PERCHE’ ANDARE DALLO PSICOTERAPEUTA?


La psicoterapia serve per poter esprimere chi siamo e cosa vogliamo

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Una volta la figura dello psicoterapeuta era di fatto assimilata, o molto vicina, a quella dello psichiatra di allora, ed evocava fantasmi inquietanti: camici bianchi, corsie di manicomio, psicofarmaci, cinghie di contenimento.

Poi gli anni sono passati, e molte idee hanno trasformato il mondo: quello della psicoterapia per primo. 

I manicomi si sono chiusi, e accanto agli studi di neuroscienza, all’utilizzo razionale e consapevole di molecole dagli effetti ben identificati insieme ai loro limiti, si è sviluppata sempre più la psicoterapia.

La psicoterapia non serve solo “a guarire” da disturbi psicopatologici.

Serve anche a quello: ansia, depressione, crisi di panico, oppure apatia, difficoltà o incapacità nelle relazioni, o disagi giovanili problematici possono essere validamente affrontati con la psicoterapia.

La psicoterapia, cioè, serve anche a guarire da disturbi psicopatologici anche gravi (e spesso anche senza l’utilizzo di farmaci), ma questo è uno dei tanti risultati che si ottiene con la psicoterapia.

Ma il vero fine della psicoterapia è un altro: è quello di permettere alla nostra parte più profonda e vera, di potersi esprimere.

Possiamo conoscerci, sapere cosa vogliamo, capire perché una certa storia è finita male o un’altra non riesce a cominciare, o è una storia che ci fa soffrire.

Possiamo sapere chi siamo e cosa vogliamo davvero -e cosa non vogliamo- e capire qual è la nostra strada, nel caso cercando di capire come modificare quello che stiamo vivendo adesso.

A volte, quando il paziente si impegna e lo psicoterapeuta è competente e di grande esperienza (come chi scrive, che opera a Roma dal 1982), si possono assistere, con il tempo (e un po’ di pazienza iniziale!), a risultati veramente clamorosi.

Spesso il valore di una psicoterapia ben condotta ha un valore anche economico enorme, a parte il benessere che si crea nella propria  vita, nel proprio mondo e nelle proprie relazioni: basti pensare a una persona che non riesce a conseguire un titolo di studio a causa di un pesante disagio psicologico (come molti giovani di adesso) o, per gli stessi motivi, gli è impossibile inserirsi nel mondo del lavoro. La soluzione di un caso del genere (in realtà abbastanza frequente), crea un valore enorme nella vita di quella persona. 

Certo, sono casi in cui bisogna lavorare duramente, impegnarsi molto, avere pazienza e, anche (e purtroppo), fortuna. Ma ci sono.

Quando andare in psicoterapia dunque?

Quando si sta male.
Quando la nostra vita è disturbata dall’ansia, dall’angoscia, dalla depressione, dal panico, dai disturbi alimentari, da relazioni problematiche, da gravi conflitti in famiglia o, nei casi di separazioni conflittuali molto gravi e di figli contesi, quando ci sono adolescenti problematici, quando non si riesce ad avere rapporti con l’altro o con il proprio sesso.

 

Ma soprattutto, quando si vuole cercare se stessi. 

E il proprio modo di esprimersi e di essere. 

Perché molti, se non tutti, dei disagi su espressi possono essere un modo della parte più libera e più intima di noi stessi che ci chiama per potersi esprimere.

  

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